I pezzi unici dei nostri artefici, adesso anche dal vivo
Nell'atelier di Tornosubito & Ester da sempre si possono trovare creazioni uniche di tanti diversi artigiani e artisti. La sempre più fitta rete di collaborazioni ci ha portato a proporre questo spazio come punto di riferimento fisico per le opere e i prodotti di ZamaLabz.
Nel loro atelier in Corso Como 8 a Milano potrai trovare una selezione, in continuo aggiornamento, dei prodotti unici dei nostri artefici.
Potrai anche farti aiutare e consigliare alla scoperta di tutti i creativi e le creazioni della nostra piattaforma online.
Si comincia con l'evento di Christine Moreau. Scopriamo i suoi capi unici
Per inaugurare questa iniziativa ti presentiamo Christine. Una stilista-artista che crea opere d'arte da indossare. Puoi trovare alcuni capi nella sua sezione qui sul sito.
Dal 23 al 25 febbraio, solo in atelier, potrai scoprire alcuni capi in esclusiva, inoltre, solo per quei giorni, sarà possibile acquistarli a un prezzo molto vantaggioso.
Cosa c'è dietro la creazione di capi unici? Conosciamo meglio Christine
Hai sempre pensato di fare la stilista?
"La risposta sincera è no, non ho sempre pensato che sarei diventata una stilista. Ricordo con dolcezza che se da bambina qualcuno mi domandava cosa volessi fare da grande, io rispondevo "quella che coccola i gatti", pensando che quello fosse il lavoro della mia nonna.
Mi piaceva giocare nelle sue scatole di latta di biscotti, piene di fili, bottoni e ferri da calza, aprire il suo cassetto dei fazzoletti e guardare con ammirazione questi piccoli pezzetti di tessuto, meticolosamente stirati, piegati e divisi.
A casa, ogni momento era buono per rifugiarmi tra matite colorate, fogli di carta, ritagli, scarti e quando potevo permettermelo, qualche bel tubetto di colore a olio e una tela bianca.
Ho scoperto molto presto di essere insaziabilmente curiosa di esperienze, ogni genere di arte che liberasse la mia espressività."
E quindi quando sei diventata una stilista?
"Nel periodo dell'università lavoravo e studiavo e la mia curiosità era diventata ormai incontenibile.
Iniziai a dedicarmi a tutte le mie passioni: danza, canto, fotografia e ceramica, prendere treni e perdere treni, scappare al mare e cucinare torte.
E mentre studiavo per diventare una stilista, mi sforzavo di ricordare quando avessi esattamente preso quella decisione.
No, non credo di aver mai davvero deciso, è successo e basta, come molte cose meravigliose che tutt'oggi fanno parte della mia vita."
E Christine Moreau? Quando è nata?
"Potrei dire che Christine Moreau è nata tra la soffitta impolverata della nonna, i negozi di belle arti, magazzini di tessuto e qualche bella ferramenta. Dentro una piccola valigia ed un biglietto del treno di sola andata.
Ho lavorato molti anni come consulente in diversi studi e aziende al fianco di grandi maestri. Ho affinato la tecnica e il gusto per le forme, i colori e i tessuti. Con il tempo le mie diverse passioni hanno iniziato a convergere in un'unica direzione, i miei progetti diventavano sempre più materici ed articolati.
Ho sentito il desiderio di disegnare con ago e filo, di strappare, pennellare, imprimere, rammendare e stratificare.
Tra il sogno, la costanza, la determinazione, non sentendomi mai arrivata, continuando a cercare e imparare, ho sentito che era tempo di avviare qualcosa di mio. E così è nata la linea Christine Moreau."
Perché invece la scelta di fare capi unici?
"Il desiderio di fare capi unici rispecchia molto il modo di essere: curiosa, sperimentatrice, istintiva e intuitiva.
Come in un quadro, o anche solo un bozzetto, un Christine Moreau non potrà mai essere uguale a un altro. Quando inizio a lavorare su un capo di solito non finisce mai come avevo immaginato: mentre metto insieme i pezzi, inizio ad aggiungere, stratificare elementi e lavorazioni.
Desidero pensare i miei capi lontani dal ciclo produttivo che porta le persone a un consumismo eccessivo, a una omologazione e un appiattimento di gusto e di pensiero.
Perché non possiamo indossare capi come opere d'arte? Un solo capo per una sola e unica donna. Un capo che ti somiglia, che possa esprimere il tuo carattere, il tuo stato d'animo. Capi che non invecchiano, che non passano di moda e che non diventano presto rifiuti.
Una scelta utopica? Probabilmente si. Una scelta facile? Assolutamente no. La realizzazione di ogni pezzo richiede tempo, ispirazione e un lavoro lungo e minuzioso."
Che cos'è quindi la moda, per te?
"Se devo essere sincera, non so perché, ma la parola moda mi fa sempre un effetto un po' negativo. Per la mia visione la "moda", se proprio così la vogliamo chiamare, dovrebbe essere il mezzo per esprimere se stessi, in maniera libera e senza regole."
Come descriveresti la tua cliente ideale? Per chi sono i tuoi capi unici?
"I primi due aggettivi che mi vengono in mente sono curiosa e attenta. Attenta a scegliere capi di qualità, attenta all'ambiente, ai dettagli, attenta nel porsi domande. Una donna che sceglie un prodotto di artigianato compra migliaia di ore, di esperimenti, prove e fallimenti.
Una donna sensibile e consapevole che non sta acquistando solamente un prodotto, ma un pezzo di cuore, di anima.
Immagino la mia cliente ideale curiosa e dinamica, disposta a sperimentare in maniera appassionata e inusuale il proprio look per poter esprimere la propria personalità attraverso il capo scelto."
Torniamo all'evento, come hai conosciuto Cinzia e ZamaLabz?
"Come molte cose della vita, ho conosciuto Cinzia e ZamaLabz per caso o forse per destino. Ho trovato la piattaforma molto coerente a livello di scelta e di proposta degli artisti, dove il valore per l'artigianato è curato ed espresso in ogni dettaglio.
Una piattaforma, a mio avviso, unica e questo mi ha spinto a collaborare con voi."
Un'ultima curiosità: cosa piace e cosa non piace a Christine?
"Mi piace:
I gatti, i dolci, i viaggi in treno, il profumo delle fragole, il suono dei tessuti che vengono strappati, le mani nell'argilla, la ferramenta, i magazzini di tessuti, il profumo dei colori ad olio, i vecchi bauli, ricevere fiori, ascoltare i racconti delle persone, i negozi di colori, i videoproiettori, districare collanine, apparecchiare la tavola e ogni tanto fare un bel pianto.
Non mi piace:
i posti affollati, i film horror, lo zenzero, le persone con il tono di voce alto, i serpenti, il filo che si annoda, la fetta di pane che cade sempre dalla parte della marmellata, i collant, la spoletta che finisce a qualche punto dalla fine del lavoro, i pop-corn al cinema.